Prevenzione del linfedema secondario

Tumore della mammella

L’incidenza del linfedema secondario a dissezione linfonodale ascellare per tumore della mammella è di circa il 40%. I fattori che favoriscono lo sviluppo del linfedema sono il numero dei linfonodi asportati, la radioterapia, la chemioterapia e l’aumentato BMI (Body Mass Index, indice di massa corporea). La tecnica LYMPHA, che consiste nell’eseguire una anastomosi linfatico-venosa subito al momento della dissezione linfonodale, riduce il rischio del linfedema al 1,5% e, in caso di radioterapia, al 2,5%. Per individuare le pazienti maggiormente a rischio per il linfedema, è stato sviluppato un indice di rischio. Nelle pazienti a medio/alto rischio si raccomanda l’impiego della tecnica LYMPHA. Inoltre, questa procedura aiuta a ridurre il tempo di permanenza del drenaggio chirurgico e il rischio di linfocele (raccolta di linfa) post-operatorio.

Melanoma

L’incidenza del linfedema secondario a dissezione linfonodale per melanoma è di circa il 50% all’arto inferiore e 46% all’arto superiore. È possibile ridurre in modo significativo il rischio di linfedema sia all’arto superiore che inferiore mediante l’uso della tecnica LYMPHA (anastomosi linfatico-venosa subito al momento della dissezione linfonodale). Questa metodica può essere impiegata, per motivi oncologici, solo per i melanomi cutanei localizzati al tronco e non alle estremità.

Tumore della vulva

L’incidenza del linfedema secondario a dissezione linfonodale per carcinoma vulvare è variabile dal 14 al 47%. È possibile ridurre in modo significativo il rischio di linfedema all’arto inferiore mediante l’uso della tecnica LYMPHA (anastomosi linfatico-venosa subito al momento della dissezione linfonodale). Questa metodica, inoltre, consente di ridurre il tempo di permanenza del drenaggio chirurgico e il rischio di linfangite, deiscenza della ferita e linfocele (raccolta di linfa) post-operatorio.

Tumore del pene

L’incidenza del linfedema secondario a dissezione linfonodale per tumore del pene è variabile dal 22 al 77%. È possibile ridurre in modo significativo il rischio di linfedema all’arto inferiore mediante l’uso della tecnica LYMPHA (anastomosi linfatico-venosa subito al momento della dissezione linfonodale). Questa metodica, inoltre, consente di ridurre il tempo di permanenza del drenaggio chirurgico e il rischio di linfangite, deiscenza della ferita e linfocele (raccolta di linfa) post-operatorio.